I Carabinieri in ginocchio davanti ad un governo che si appresta a sciogliere l’Arma

 

festacarabinieri0612a25L’Arma dei Carabinieri è una parte dell’Italia, quindi deve essere difesa sempre.

Angelo Iervolino – 28 Maggio 2013 – Dopo l’articolo che ho scritto il 20 maggio 2013 su gli ex colleghi della Marina, oggi a mio malincuore sono costretto a tornare a scrivere per affrontare di nuovo le problematiche delle forze armate italiane che versano in una situazione di grave abbandono da parte delle istituzioni. Questa volta ad esprimere il disagio delle forze armate è l’appuntato scelto del COCER Carabinieri Vincenzo Romeo, che ha ideato a fine 2010 il sito www.pianetacobar.eu, sito nel quale ha pubblicato la sua lettera e dove cerca di informare con altri collaboratori tutti i carabinieri sulle problematiche dell’arma. In un’intervista telefonica di circa 40 minuti abbiamo affrontato varie problematiche, la prima riguardante la sua lettera che potete visionare meglio qui sotto e dove descrive il grave problema delle pensioni che andranno a prendere i carabinieri di oggi tra 25 anni ossia 900, 1.000 euro al mese. Considerando i costi della vita attuali, di sicuro sarà una pensione che metterà in grosse difficoltà la gestione familiare della maggior parte dei carabinieri, specialmente nelle famiglie monoreddito e con un fitto da pagare.

Dopo 25 anni sopravvissuti a tanti pericoli che il lavoro del carabiniere comporta, i nostri carabinieri e i loro familiari dovranno anche cimentarsi a sopravvivere con una pensione da fame. Penso che i nostri politici, specialmente quelli degli ultimi 20 anni che prenderanno mega pensioni, non hanno lavorato per il bene dell’Italia e del popolo italiano come hanno fatto e fanno i nostri carabinieri ogni giorno, rischiando la vita. In più alcune fonti su internet dicono che nel 2014 inizierà lo scioglimento dell’arma dei carabinieri.

Le notizie in possesso dell’appuntato scelto del COCER Carabinieri Vincenzo Romeoprovenienti dal Comando generale dell’arma dicono che non sarà così, mentre alcuni giornali online invece prevedono il contrario.

Ovviamente io spero che L’arma dei carabinieri non venga mai sciolta per il bene di tutti gli italiani, ricordando che in tutte le occasioni i carabinieri sono sempre rimasti vicino al popolo e si sono battuti per la difesa degli italiani. Vi lascio alla lettura di una parte della lettera scritta dall’appuntato scelto del COCER Carabinieri Vincenzo Romeo:

“In questa settimana, come tante, passa avanti agli occhi dei Carabinieri d’Italia tutto quello che è la nostra vita, il nostro ruolo in questa società, il nostro sacrificio per questo paese, per il nostro paese. Mercoledì a Torino alla scuola allievi carabinieri hanno giurato 75 carabinieri , dei 240 che costituiscono l’arruolamento, il turn over del 2012 a fronte di oltre 2000 unità che sono andate in pensione, scelta di Governo con la spending review. Sabato il sacrificio di Tiziano della Ratta, Appuntato dei Carabinieri, che per l’ordine e la sicurezza pubblica di questo Stato è stato chiamato ad intervenire in una rapina. Un conflitto a fuoco lo ha condannato a lasciare moglie e un figlio che ad un solo anno di età deve rinunciare al padre, eroe, che ha dato la vita per lo Stato Italiano. Il Maresciallo capo Domenico Trombetta, che era con lui, convivrà con 5 cicatrici da colpi d’arma da fuoco sulla pelle. Domenica mattina, avanti a palazzo Chigi, il Brigadiere Giuseppe Giangrande e il Carabiniere Scelto Francesco Negri hanno dovuto fare da bersaglio in un attentato mirato ad un uomo di Governo. Francesco, ferito, ha subito un intervento chirurgico. Giuseppe, colpito al collo, dopo una delicata operazione, dovrà superare la prognosi riservata per una lesione interna.

Non è la prima volta che un carabiniere sacrifica la propria vita, non è la prima volta che un carabiniere rimane ferito, non è la prima volta che la vita di un carabiniere è in gioco. Ma è la prima volta che un Carabiniere è stanco di dover combattere per difendere la propria dignità di uomo in divisa al servizio dello Stato.

E’ la prima volta che un carabiniere si trova difronte ad uno stipendio non corrisposto per ciò che gli compete. Il blocco del tetto salariale del 2010 è stato “sanato”, per la nostra specificità, con uno stanziamento “una tantum” che non è coperto e che non ha corrisposto il 50% delle spettanze di avanzamenti, scatti di grado, indennità di anzianità ai Carabinieri di ogni ordine e grado che per il triennio 2011-2013 aveva maturato ciò che gli spettava dopo anni di lavoro in questa istituzione al servizio dello Stato. Nel 2013 sarà corrisposto solo il 13%, cioè nulla. Il blocco contrattuale, fermo al 2006, si protrarrà sino al 2014. La pensione del collega che ci ha lasciato è di 900 euro mensili. Non solo la sua, ma di decine di migliaia di Carabinieri che ad oggi, sanno che fra 25 anni e più questa sarà la tanto maturata pensione. La ragioneria dello Stato ha fatto uno studio per recuperare somme necessarie per l’economia del paese, prevede il taglio del 10% della parte previdenziale dello stipendio del carabiniere.”

Su questo link potete trovare la lettera per intero.

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Pubblicato da Angelo Iervolino

Imprenditore, Massaggiatore Tao Csen Sportivo e Olistico, Blogger, Reporter, Fotografo, Scrittore, Telescriventista, Operatore Radio (Radiotelegrafista), Sottocapo della Marina Militare in concedo, Volontario della Croce Rossa. Presidente e Segretario Generale dell'Associazione Umanitaria Internazionale OSD CTM - Ordine Superiore Dei Cavalieri Templari.

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