Siamo tutti Italiani Medi

 

Italiano_medio_01 Siamo tutti Italiani Medi.

– Giusy Cappetta – 16 febbraio 2015 – Chi è davvero l’italiano medio? Impossibile definirlo con chiarezza, poiché tutti possiamo avere atteggiamenti da “Italiano medio”, almeno una volta nella vita. Se vogliamo davvero standardizzare la categoria, possiamo farlo con le parole di Gabriele Salvatores: “L’italiano medio ha poca memoria ed è un po’ Pulcinella e un po’ Arlecchino, ovvero servo di due padroni”. Se invece vogliamo visivamente vedere l’italiano medio in tutto il suo splendore ed in tutte le sue sfaccettature, basta andare al cinema per la commedia, tutta italiana, in uscita dal 29 gennaio 2015.

Marcello Macchia, in arte Maccio Capatonda, esordisce interpretando l’ambientalista fanatico Giulio Verme che, stanco di essere ignorato da una società insensibile alle problematiche del pianeta, si impone di cambiare totalmente vita e di diventare ciò che tanto criticava. Grazie ad una pillola prodigiosa le potenzialità della sua mente diminuiranno dal 20% al 2%, come un una sorta di Limitless al rovescio. Molte sono le tematiche toccate dalla pellicola, tra cui lo strapotere delle televisioni commerciali e dei mass media in generale, capaci di indirizzare l’opinione pubblica al seguito di grandi eventi. Ad esempio, in “Italiano medio”, la distruzione di un parco al fine di costruirne un bel quartiere non interessa a nessuno, almeno fin quando il parco non viene mostrato nei tg in seguito ad atti vandalici. In “Italiano medio” si ritrovano personaggi incapaci di vivere senza la connessione internet, personaggi senza senso civico e molti altri ancora, tanto che ed è impossibile non riconoscersi, almeno in parte, in uno di loro. In fin dei conti l’italiano medio non è solo il Giulio Verme che utilizza il 2% del suo cervello. L’italiano medio è superficiale ed ignorante, ma è anche bacchettone e cerca di fuggire dal mondo futile in cui si ritrova attraverso l’anticonformismo per poi non concludere nulla. Evitando di svelare altri particolari, assicuro che il film è ricco di caricature e situazioni divertenti, illustra in chiave umoristica e a tratti quasi banale tutti i vizi e le contraddizioni della società italiana che, dal ventennio berlusconiano, è andata sempre più degenerando. Il lungometraggio poteva facilmente scadere in sketch disomogenei, invece si è riusciti a portare avanti una trama verosimile che mette in risalto i pericoli degli estremismi senza pretendere di agghindarsi di moralismo. Il risultato? Una commedia cinica e pungente, innovativa e grottesca, che porta l’italiano medio al cinema e lo fa ridere di sé stesso e di ciò che lo circonda.

Pubblicato da Giusy Cappetta

"Vorrei tanto amore, tanti viaggi, tanti soldi. Ma siccome la realtà ci mette lo zampino e l’Italia fa il resto, scrivere è un modo per amare, viaggiare, sentirsi ricchi. E soprattutto convincere sé e gli altri che anche se là fuori è dura si può sempre vivere ed essere felici."

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