Il M5S blocca il progetto “beffa” del Campus universitario di Sassari

 

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Campus universitario di Sassari‏, il Movimento 5 Stelle blocca il progetto.

-Angelo Iervolino- 30 settembre 2013 – Il Movimento 5 Stelle ha svolto un ruolo determinante impedendo la messa in opera del progetto del campus universitario di Sassari, che presentava numerose criticità, svolgendo un ruolo rilevante grazie all’atto ispettivo, diretto ai ministeri competenti, presentato dalla Senatrice Manuela Serra e pubblicato il 6 agosto 2013.

Nell’interrogazione si chiedeva, tra l’altro, di: “fare chiarezza sull’uso e sulla congruità, anche in considerazione dei prezzi di mercato, delle risorse economiche necessarie per l’acquisto dell’area

ove verrà edificata l’opera”. Ognuno dei 250 posti letto sarebbe costato, in virtù del progetto originale, 160.000 euro l’uno, ovvero quanto un appartamento in città.

Di seguito il testo dell’interrogazione a risposta orale:

Legislatura 17 Atto di Sindacato Ispettivo n° 3-00306
Atto n. 3-00306
Pubblicato il 6 agosto 2013, nella seduta n. 89

SERRA, BOCCHINO, MONTEVECCHI, BATTISTA, PEPE, ORELLANA, CASTALDI, BLUNDO, DONNO, BIGNAMI, BULGARELLI – Ai Ministri dello sviluppo
economico, dell’economia e delle finanze, delle infrastrutture e dei trasporti e dell’istruzione, dell’università e della ricerca. –

Premesso che l’Ente regionale per lo studio universitario di Sassari
(ERSU) nel dicembre 2012 ha stipulato un contratto preliminare di
vendita, sottoposto a condizione sospensiva, al fine di acquistare
un’area denominata “Ex semolerie Azzena”, nella quale costruire un
campus universitario. Il fondo, con destinazione d’uso industriale D1,
si estende su una superficie di circa 10.970 metri quadrati, un’area
vasta in cui realizzare molteplici servizi, tra cui: 250 posti letto,
campi sportivi, mensa-ristorante, museo storico multimediale, aree
verdi, autorimessa (sviluppata su due piani interrati per un totale di
76 posti auto), multisala digitale con caffetteria, palestra fitness,
cinema all’aperto e piscina a vasca corta, oltre ad altri servizi;

considerato che:

il 5 settembre 2011 la Regione Sardegna ha comunicato l’avvio della
procedura di assegnazione dei fondi FAS 2007-2013 (Fondo per le aree
sottoutilizzate) e il 6 settembre l’ERSU ha inviato la proposta di
realizzazione di un campus universitario, delineando il progetto e
determinando i costi in 40 milioni di euro, di cui 20 nella propria
disponibilità, grazie alle leggi finanziarie regionali degli anni
2006, 2007, 2008, i restanti 20 milioni, invece, provenienti dal fondo FAS;

il 30 settembre 2011 il Comitato interministeriale per la
programmazione economica (CIPE), dando attuazione al Piano nazionale
per il Sud, ha assegnato al progetto del campus di Sassari 20 milioni
di euro;

il 21 gennaio 2012 la delibera CIPE è stata pubblicata sulla Gazzetta
Ufficiale indicando che i finanziamenti dovevano essere oggetto di
“contratti istituzionali di sviluppo” sotto la sorveglianza del
Ministero dello sviluppo economico, che definissero responsabilità,
tempi e modalità di attuazione sulla base di interventi approvati;

il 9 marzo 2012 l’assessorato regionale al bilancio comunicava agli
enti funzionali della Sardegna, quindi anche all’ERSU, la necessità di
ridurre i residui passivi in bilancio; nel caso in cui, infatti, le
risorse di cui alle autorizzazioni di spesa degli anni 2008 e
precedenti non fossero state vincolate, attraverso un’obbligazione
rilevante sotto il profilo giuridico, entro l’anno 2012, le stesse
sarebbero state riversate nelle casse della Regione;

il 22 marzo 2012 la Presidenza del Consiglio dei ministri ha richiesto
l’attivazione del CUP (codice unico del progetto) al fine di
monitorare gli investimenti pubblici inerenti al campus universitario
e servizi accessori;

il 21 settembre 2012 l’ERSU ha comunicato all’assessorato della
pubblica istruzione la data stimata di cantierabilità dei lavori,
prevista entro il dicembre 2013, data, tuttavia, da definirsi a causa
delle difficoltà di scelta dell’area a seguito della ridefinizione del
PUC (piano urbanistico comunale) di Sassari, approvato nel luglio 2012
e in corso di valutazione da parte della Regione;

la produzione degli effetti del contratto, sub conditione sospensiva,
stipulato dall’ERSU Sassari con la società Cator Srl, dominus
dell’area, avverrà con la stipula del contratto definitivo di
compravendita solo se si verificheranno le seguenti condizioni:
l’accreditamento all’ERSU delle risorse stanziate dalla Regione e dal
CIPE; la risoluzione degli ostacoli urbanistici in ordine
all’edificabilità nell’area; che siano trovate le soluzioni che
consentano la realizzazione di un progetto idoneo ad assicurare la
viabilità anche ciclabile e pedonale e che il prezzo di 7 milioni di
euro sia corrisposto dall’acquirente previo parere di congruità da
parte dell’autorità regionale competente;

considerando inoltre che, a parere degli interroganti:

nella realizzazione del progetto sussistono, stante l’estrema
importanza economica, strutturale e infrastrutturale dello stesso,
notevoli punti di criticità anche relativi alla mancanza di un reale
coinvolgimento dei potenziali fruitori del progetto: studenti,
università, cittadini e la stessa amministrazione comunale che dovrà
adottare, eventualmente, un provvedimento con il quale verrà
modificata la destinazione d’uso dell’area di edificazione dell’opera;

sono molteplici i dubbi che scaturiscono in quanto appare opinabile il
fatto che la scelta del luogo di edificazione dell’opera sia caduto in
un’area sita ai margini della città rendendo, ragionevolmente, più
difficoltoso per gli studenti il raggiungimento del centro cittadino.

Inoltre, il progetto che l’ERSU presentava alla Regione Sardegna nel
settembre 2011 prevedeva che il campus dovesse sorgere,
necessariamente, nelle vicinanze del contesto cittadino e delle sedi
universitarie, in considerazione della necessità di raggiungere
l’impianto anche a piedi o in bicicletta e poter agevolmente avere
accesso ai servizi pubblici;

non si comprende come e con quali risorse verrà gestita la struttura
che appare monumentale già allo stato di sola progettazione; difatti,
dato che le risorse che verranno impiegate per l’edificazione
dell’opera sono di provenienza pubblica e non privata, appare quanto
meno ragionevole dubitare sulla possibilità che si ricorra ad una
forma di accordo contrattuale con privati che assuma la forma della
finanza di progetto;

non appare del tutto evidente come una struttura di questo genere e di
queste dimensioni possa interpretare le effettive esigenze della
comunità studentesca fuori sede e se tale opera sia opportuna e
sintetizzi i desiderata degli studenti e dell’università tutta;

il campus sorgerebbe all’interno di un’area prossima al cimitero e
nonostante sia stata ridotta a Sassari da 200 metri a 50 metri la
fascia di rispetto tra l’area cimiteriale e gli edifici di civile
abitazione, al fine di consentire l’ampliamento dell’area e la
costruzione di un centro commerciale, non appare comunque ragionevole
e accettabile una distanza così esigua tra le tombe e un campus
universitario in cui gravitano centinaia di ragazzi. Tanto più se si
pensa che tale distanza minima, che si pone come limite insuperabile
anche per la pubblica amministrazione (si veda la sentenza della
Cassazione, sez III, n. 18900 del 2008), nel caso di specie parrebbe
non sussistere considerando, altresì, che il vincolo cimiteriale di
inedificabilità assumerebbe un triplice significato: da un lato vi è
l’esigenza di garantire l’igiene e la salubrità, in secondo luogo si
cerca di garantire il decoro e la tranquillità delle sepolture, in
ultimo vi è la necessità di garantire futuri ampliamenti del cimitero.
Il vincolo suddetto parrebbe non collimare con il progetto in
questione;

il progetto di costruzione del campus è, tendenzialmente, orientato
alla conservazione e riqualificazione degli edifici dell’ex semoleria,
allo stesso tempo è, tuttavia, prevista l’implementazione e gestione
da parte di privati di alcuni servizi accessori, i quali potrebbero
implicare un ampliamento delle strutture esistenti;

l’art. 338 del regio decreto 1265 del 1934 recante il testo unico
delle leggi sanitarie, come modificato dalla legge n. 166 del 2002,
prevede che all’interno della zona di rispetto cimiteriale per gli
edifici esistenti siano ammessi interventi di recupero e di
ampliamento nel limite del 10 per cento. Anche qualora il piano
regolatore generale o il piano urbanistico comunale, quest’ultimo in
corso di valutazione da parte della Regione, prevedessero ampliamenti
superiori, la norma locale non solo sarebbe illegittima ma anche
inapplicabile: troverebbe, infatti, applicazione la norma statale in
luogo di quella locale, in quanto prevalente. In questo caso gli
interroganti paventano, ragionevolmente, l’eventuale violazione della
norma in questione; ad esempio si pensi che anche i parcheggi in
quanto pertinenza, anche se interrati, concorrono nella determinazione
dell’ampliamento nel limite del 10 per cento;

l’avviso pubblico esplorativo finalizzato alla ricerca di un’area da
destinare alla realizzazione del campus prevedeva, inizialmente, la
realizzazione di 500 posti letto, ridotti, poi, a 250; l’avviso
richiedeva, altresì, la presenza, preferibilmente, di alberi ad alto
fusto all’interno dell’area, non sussistenti, tuttavia, nel fondo
oggetto del preliminare di vendita. Era inoltre richiesto che il luogo
di edificazione permettesse agevolmente di raggiungere le sedi
universitarie e i principali servizi di interesse degli studenti,
elementi tutti rimasti disattesi a seguito della scelta operata;

non si comprende, altresì, la presa di posizione, assunta nel mese di
aprile 2013 e riportata dal quotidiano locale “La Nuova Sardegna” (si
veda un articolo apparso il 13 aprile), da parte di Gianni Poggiu,
presidente dell’ERSU; “il campus o si fa lì oppure niente”, “se non
passa darò fuoco a 40 milioni di euro”,

si chiede di sapere:

se i Ministri in indirizzo siano a conoscenza di quanto esposto e se
intendano, nell’ambito delle rispettive competenze, avviare e/o
promuovere un confronto con i soggetti istituzionali coinvolti nella
vicenda al fine di accertare la sussistenza della reale esigenza di un
campus universitario, con le caratteristiche progettuali esposte,
nella città di Sassari e se ritengano di doverne verificare la
regolarità;

se non intendano, nell’ambito delle rispettive competenze, intervenire
presso le amministrazioni interessate al fine di fare chiarezza
sull’uso e sulla congruità, anche in considerazione dei prezzi di
mercato, delle risorse economiche necessarie per l’acquisto dell’area
ove verrà edificata l’opera, al fine di impedire l’eventuale
depauperamento di ingenti risorse che, se ben impiegate, potrebbero
portare invece grande giovamento all’università di Sassari ed a tutta
la comunità locale.

Fonti:

http://www.senato.it/japp/bgt/showdoc/showText?tipodoc=Sindisp&leg=17&id=713384

http://lanuovasardegna.gelocal.it/sassari/cronaca/2013/04/13/news/il-campus-o-si-fa-li-oppure-niente-1.6879530



Pubblicato da Angelo Iervolino

Imprenditore, Massaggiatore Tao Csen Sportivo e Olistico, Blogger, Reporter, Fotografo, Scrittore, Telescriventista, Operatore Radio (Radiotelegrafista), Sottocapo della Marina Militare in concedo, Volontario della Croce Rossa. Presidente e Segretario Generale dell'Associazione Umanitaria Internazionale OSD CTM - Ordine Superiore Dei Cavalieri Templari.

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